Un corpo per Deeta

- cI SONOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! - urlò richiamando un refolo magico che orizzontò contro il nemico.
Deeta sembrava tentennare sulla mira, quasi che con quel corpo nuovo dovesse riprendere le misure per utilizzare la sua magia.
Ma poco alla volta si sentì più franca e la magia guizzò diretta contro il loro nemico.

Il nemico fu colpito alle spalle e sbattuto contro il muro di fronte, su di esso lasciò una piccola chiazza scura e poi si voltò per ribattere il colpo.
Anche egli decise di passare all'uso della magia e formulò un piccolo cerchio sotto di lui che iniziò a brillare.

La magia di misa fu effettivamente più rapida di quella dell'essere che fu addentato dai serpenti di ghiaccio che lo immobilizzarono a terra. Il cerchio magico sotto di lui sparì.
Il nemico si dimenò cercando di liberarsi dalla presa ma senza successo. I tre quindi si posizionarono di fronte a lui e prima che essi sparissero lo immobilizzarono completamente.
Karabas quindi lo osservò un po e poi fece per colpirlo a morte ma prima che gli altri lo fermassero, l'essere cessò di vivere divenendo cenere e polvere. Come in decomposizione egli perse colore e fisionomia sciogliendosi e lasciando solo un altra macchia scura sul pavimento.
Tutti e tre si chiesero cosa fosse successo ma non giunsero a conclusione.
Con la morte di quel nemico non terminò però il caos, perchè vi era un ultimo superstite al piano inferiore, sembrava una voce maschile.

Deeta si voltò un atitmo prima che la porta venisse spalancata, facendo un gran rumore perchè a momenti finì fuori dai cardini.
- Vai avanti tu - fece spingendo Misa davanti a sè, usando la strega a mo' di scudo.
Karabas e la donna si fissarono perplessi mentre un'ombra apparve sull'uscio.

Il ragazzo del mercatosi mise davanti a loro coperto di sangue. Ad una primissima impressione non sembrava ferito a morte e sicuramente quello non era suo sangue.
"Aiu.... Deeta..." Disse quelle parole e poi cadde in avanti colpendo il pavimento. Sarà stato lo stess o la tensione ma perse conoscenza.
Deeta corse subito verso di lui per assicurarsi che stesse bene mentre Misa e Karabas misero la testa fuori per osservare se qualcuno arrivava. Giusto in tempo per vedere un grosso corpo putrefatto ed in putrefazione salire la scala con un bastone in mano.
"Ghuuuuu" rumoreggiò l'ammasso di carne alla loro vista e si diresse verso di loro.

L'ammasso di carne si mosse verso di loro anche un po ondeggiando. Più si avvicinava più era chiaro che era un composto di più corpi fusi assieme, forse guardando bene si potevano riconoscere alcuni ex membri della locanda e qualche braccio del proprietario o la divisa del cuoco.
Karabas si mosse subito cercando di colpirlo con una sedia che aveva trovato li vicino mentre Misa preparava un incantesimo.
Deeta fu rassicurata; pur conoscendo poco il corpo umano di un "adulto" le bastò togliere un po del sangue dal suo corpo per non trovare ferite e sentire comunque il suo cuore battere.

La sedia si infranse su di loro e fu in parte inglobata. Allo stesso tempo partirono anche i colpi di misa che però vennero anche essi assorbiti dalla massa di carne.
Due attacchi due fallimenti e la vicinanza era sempre maggiore.

Non si fece prendere dal panico, perchè sapeva che prima o poi la strega e il cavaliere avrebbero steso quell'ammasso di carne. Quindi si tirò sù e gonfiò le guance pronta a scappare .

Altri passi pesanti e distanza sempre minore; più si avvicinava più si potevano udire i lamenti o simil tali di quelli che lo componevano.
I due fecero altri tentativi ma non ebbere il compelto effetto. Si alcuni attacchi lo ferirono ma non sembrava che lo indebolissero. Presto si ritrovarono ad un bivio, correre lungo il corridoio sperando di trovare una soluzione in direzione opposta oppure chiudersi nella stanza e provare ad aggirarlo in qualche modo.

I tre si mossero verso il fondo del corridoio saltando i cadaveri e i resti delle porte sfondate. passarono dinnanzi alla stanza dell'unico uomo ma non si fermarono. Guadaganto abbastanza terreno iniziarono ad escogitare una strategia. visto che gli attacchi non servivano, o avrebbero dovuto attaccare più forte, quindi usare incantesimi dall'alto tasso tecnico e magico rischiando però di distruggere l'edificio, oppure attirarlo verso una trappola per poi risfuggirgli alle spalle e magari uscire da li.

Deeta era preoccupata più per il suo amico che per loro, ma disse comunque che preferiva la fuga, Karabas pure perchè non disponeva di alcun attacco magico sufficentemente potente, così Misa ascoltò i suoi amici e così fecero.

Il gruppo si divise in 3, l'uomo al centro del corridoio attirò l'attenzione dell'ammasso di carni, le due maghe nascoste in una camera tesero una piccola trappola creando una superfice scivolosa ben nascosta sotto il tappeto del corridoio. Il mostro si mosse e giunto vicinissimo all'incatenato, caricò il colpo ma egli schivò allontanandosi e quindi il colpo andò a vuoto distruggento parte del muro di legno. Avanzò ancora e giunto al punto della trappola la fece scattare perdendo equilibrio e cadendo all'indietro. Karabas ne approfittò e subito si infilò dove erano le due femmine ed assieme passarono tra le stanze tramite i buchi chi in parte si erano formati ed in parte avevano fatto loro stessi. Così facendo uscirono alle spalle del mostro e con tutto il corridoio libero.

Corsero fino alla loro stanza dove il ragazzo era ancora incoscente e ferito.
"Forza andiamo!" ordinò Kerabas guardando il mostro carnoso lentamente rialzarsi e poi altrattanto lentamente ripercorrere il corridoio.
Detta si fermò di nuovo al suo capezzale desiderosa di salvarlo e così chiese a Misa di aiutarla a portarlo fuori. ovviamente nessuno delle due aveva abbastanza forza da sostenerlo e facendolo assieme oltre che un dislivello di altezza, sarebbero state più lente. Karabas neppure poteva aiutare di molto perchè già portava delle catene ai polsi e quelle bastavano a limitarne il movimento. Quanto sarebbe servito Reina in questo caso, quell'omone era la persona perfetta per portarselo via. Così ricorsero alla magia e lo inglobarono in una sfera che legata da un filo magico al polso di Deeta consentiva loro di trasportarlo.
Scesero le scale tra cadaveri e sangue e poi uscirono di li. Fuori al città era buia, rumorosa e soprattutto nera. Quello che avevano visto dalla finestra non era un trucco ne una illusione. Non c'era luce, non c'era luna e nemmeno stella. Una fittissima tela nera veniva appena appena ifranta dalle luci delle porte aperte; insufficente per muoversi a chi non conosceva la zona e impossibile per prevedere cosa li aspettava nel buio.